lunedì 8 ottobre 2012

Il social non è una tecnologia ma una feature

C'è una miniera d'oro da oltre 1.000.000.000.000 $ su cui le aziende potrebbero mettere le mani, se solo si decidessero di imparare a usare meglio le piattaforme social!
Vi sembrano troppi gli zeri? Assolutamente no: MILLEMILIARDI DI DOLLARI!
Questa cifra è divisa in: sviluppo di prodotti e operazioni correlate; marketing e attività di vendita e post-vendita; attività di supporto al business.

Uno studio fatto da McKinsey ci dice che siamo appena agli inizi e in Italia siamo già in ritardo, rispetto alla media mondiale.

Il potenziale a disposizione è enorme e applicabile a quasi tutte le attività di business. Col social si può aumentare il valore dell'azienda dando voce ai propri clienti per conoscerli meglio, migliorare il reparto ricerca e sviluppo e comunicare in maniera più efficiente.

Le aziende potrebbero utilizzare i social network per sondare il terreno, testare nuovi prodotti e valutarne i commenti degli utenti, ascoltando le loro opinioni e mettendole in pratica. Così facendo si ha un'azienda più vicina al cliente finale.

McKinsew dice che il social potrebbe influenzare fino ad 1/3 della spesa dei consumatori!

Alcune grosse aziende mondiali (circa il 3%) stanno investendo in questo con buoni risultati, purtroppo non aziende italiane, le quali non si pongono neanche il problema... bella prospettiva di crescita in tempi di crisi!!

Dice Bruno Pellegrini "Il social genera valore perché libera l'accesso alle risorse esterne e permette di sfruttarle. Questo fenomeno incontra resistenze nelle aziende perché imporrebbe loro di riorganizzarsi, di rivoluzionare alcuni reparti. Chi ne detiene il potere non vuole perderlo e così si chiude al nuovo. Stiamo abbandonando il modello fordista-taylorista di azienda, chiusa e gerarchica. La collaborazione per il business diventa orizzontale, globale, aperta all'esterno".(fonte Il Sole 24 Ore).

Riassumiano il tutto in 6 punti:
  1. capire le aree dell'impresa dove le community esterne possono portare maggiore valore: marketing, customer care, ricerca e sviluppo… ci si può rivolgere anche a consulenti o agenzie di consulenza specializzate in questo;
  2. definizione della roadmap per l'apertura verso l'esterno. Secondo McKinsey le aziende globali possono ottenere dai 900 ai 1.300 miliardi di $ dalle tecnologie social;
  3. per ogni area e settore ci sono società che forniscono supporto e piattaforme per attivare le community esterne, utilizzate da alcune aziende per ricerca e sviluppo;
  4. per l'ambito marketing si può elaborare la comunicazione insieme ai clienti, ascoltando le loro opinioni su brand e prodotti, e migliorarne i punti deboli e marcando maggiormente i punti di forza;
  5. i social possono migliorare il servizio ai clienti e far risparmiare le aziende: infatti gli utenti possono aiutare altri utenti a risolvere i propri problemi limitando l'utilizzo dei costumer care;
  6. ultimo ma non meno importanti riguarda i dipendenti: questi collaborano meglio e si riducono del 25% le mail e del 35% il tempo in cerca di informazioni per un miglioramento del +20% - 25% della produttività.
I dati parlano da soli, poi come sempre: dipende sempre da settore a settore, da azienda ad azienda e da investimento a investimento.

venerdì 5 ottobre 2012

I siti web battono i social network!

In questo articolo vedremo lo scontro tra Social Network e Siti Web Aziendali.

Sono un misero 10% degli utenti che usano Facebook interagiscono con i marchi e brand che amano o seguono, al massimo fanno un "Mi Piace" sulla pagina aziendale o si iscrivono a un gruppo per poi abbandonarli.
A dire tutto ciò è una ricerca pubblicata su AllFacebook: .Study: Customers Still Prefer Company Websites To Facebook Pages.

Se i clienti (anche io stesso) devono prendere una decisione per fare un acquisto, la quasi totalità va ad informarsi prima di tutto sul sito aziendale o nei motori di ricerca e solo una minima parte utilizza un social network.

Nei social network un utente medio cerca recensioni, foto recenti (di massimo 1 mese prima) magari non belle o senza contrasto e tonalità aggiustate ma veritiere e le confronta con quelle del sito; questo accade molto spesso per siti turistici e molto meno per altri settori.
Infatti, quando un utente vuole relazionarsi o interagire con l'azienda, va direttamente alla fonte, quindi al sito web aziendale dove troverà: form contatti, commenti di alcuni clienti, iscrizione alla newsletter, numeri del call center, collegamento a Skype, servizio assistenza, F.A.Q., ecc... quindi i social network passano in secondo piano.

Al massimo Facebook viene utilizzato dagli utenti per creare un po' di buzz su prodotti e servizi, Tripadvisor per leggere o pubblicare recensioni su strutture ricettive (attenzione comunque alle recensioni fasulle!!!), e così via altri n-social network di categoria.


Quindi OK i social network ma senza un buon sito web, una buona campagna marketing con posizionamento organico nei motori di ricerca e una buona brand reputation... poca strada una PMI riesce a fare in questa selva che è il web 2.0!

Quindi attenzione, professionalità e obiettivi a portata di mano, queste sono le 3 cosa da tener sotto controllo e da cercare in un'agenzia che vi segue la DAO (digital asset optimization).